L’importanza dell’allenamento mentale: la preparazione del velista

2 MIN 13 Ottobre 2016

Scafo e vele sono perfetti, corpo allenato per mesi, alimentazione curata e bilanciata. Ma come si gestisce la sfera emotiva prima della gara e la necessità di concentrazione, il cosiddetto mental focus? Quali sono gli stimoli che il nostro cervello deve coordinare in quei secondi che precedono lo sparo di inizio regata?

Fabrizio Nannini, autore del libro Mental Survival edito da Hoepli, fotografo professionista, istruttore di sopravvivenza e responsabile comunicazione della Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale è l’esperto che introduce l’argomento. “Come prima cosa bisogna rilassarsi. Fermarsi a respirare in modo lento e costante, per almeno cinque minuti, cercando di sviluppare la consapevolezza delle sensazioni corporee, in modo da avere un feedback realistico sul nostro stato psicofisico e poter intervenire di conseguenza. La pre visualizzazione del lavoro da svolgere e delle difficoltà da affrontare ci permette di fronteggiare un’esperienza ancora da compiere, con un bagaglio di esperienze virtuali, ma sicuramente valide ai fini del risultato. Poi, mantenere uno stato positivo, un mix tra felicità, entusiasmo, determinazione, e fiducia nelle proprie forze, oltre alla necessaria voglia di vincere (a prescindere dalle reali capacità) è una condizione necessaria anche solo per pensare di iscriversi a una gara. E riposare il giusto, senza arrivare nė stanchi nė pigri per il troppo relax”.

Respirare correttamente influenza la nostra risposta emotiva e fisiologica agli eventi che affrontiamo in ogni situazione, ed è quindi sempre la prima delle strategie vincenti, e poi: “Sentire i segnali del corpo e prevenire la stanchezza prima che si presenti, mantenendosi idratati, con dei livelli energetici elevati con carboidrati e aminoacidi ramificati, e tenendo basso il cortisolo (l’ormone dello stress) con prodotti come la fosfatidilserina e la vitamina C, senza eccedere con stimolanti come ad esempio la caffeina. Soprattutto, non sperimentare mai niente di nuovo durante una gara, farlo sempre e solo in allenamento per vedere come risponde il nostro corpo e la nostra mente”.

In caso di pericolo, danni alla barca, situazione meteo estreme bisogna avere una preparazione che permetta di porsi in salvo e provvedere al salvataggio altrui. Nello specifico: “Il primo punto è verificare in maniera lucida i danni: analizzare il numero di persone coinvolte nell’emergenza e i loro danni attuali e potenziali. In secondo luogo, rimuoversi e rimuovere gli altri dalla fonte di pericolo, poi intervenire attivamente nel soccorso. Tenere SEMPRE a portata di mano gli strumenti più adatti a segnalare la propria situazione ad altri, ma soprattutto fare pratica molto tempo prima del loro utilizzo simulato, perché in una situazione ad alto impatto emotivo, le nostre abilità fino motorie possono scomparire, rimangono in parte solo se abbiamo interiorizzato automaticamente al 100% i comportamenti necessari da osservare in caso di incidente”.

Cinque regole salvavita

  1. Consapevolezza della situazione (amici – nemici – punti deboli – pericoli potenziali)
  2. Strategie difensive (come uscirne in caso di incidente, analizzando tutti i possibili modi in cui una situazione potrebbe andare storta e le relative contromisure)
  3. Portare un kit di emergenza e uno di pronto soccorso, ma soprattutto sapere come usarli.
  4. Realizzare che qualsiasi cosa succeda, c’è gente messa molto peggio che se l’è cavata (aiuta! se uno pensa a quello che ha passato per esempio uno come Zanardi, non si lamenta più neanche di una costola rotta!)
  5. Non mollare MAI, aggrapparsi a tutte le cose belle che ci sono nella vita e lottare per quelle con tutte le nostre forze. È il nord per la nostra bussola emotiva…
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